Pubblico e oratori al Compendio garibaldino di Caprera per l’iniziativa dedicata ad Anita. Al tavolo, da sinistra: Federica Falchi, Paolo Sorba, Giannina Granara, Giuseppe Zichi e Antonello Tedde

Anita a Caprera

  • La prof.ssa Federica Falchi al convegno di Caprera
  • Francesca Falchi, attrice teatrale

Si è svolta a Caprera sabato 18 settembre una serata dedicata a Ana Maria de Jesus Ribeiro, Anita Garibaldi, nata il 30 agosto 1821 a Morrinhos, oggi una frazione della città di Laguna nello Stato di Santa Catarina, per celebrare il bicentenario della sua nascita.

Il convegno, organizzato dalla Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini, è stato accolto nel Compendio Garibaldino nello spazio attiguo al Mulino, grazie alla disponibilità e attiva collaborazione della sua direttrice, Giannina Granara e del personale. La bella locandina è dovuta come ogni anno al talento di Giovanna Milìa. Gli interventi sul tema Anita a Caprera. Occasioni perse e mito mai eluso, sono stati introdotti dall’editore maddalenino Paolo Sorba, che in varie occasioni ha già pubblicato testi e studi garibaldini a carattere locale e nazionale. Le relazioni sono state svolte dalla prof.ssa Federica Falchi, docente di Storia delle dottrine politiche nell’Università di Cagliari e dal prof. Giuseppe Zichi docente nell’Università di Sassari, mentre a completamento delle due relazioni si è svolto uno struggente monologo scritto ed interpretato dall’attrice teatrale Francesca Falchi.

La presenza di Anita a Caprera fu ovviamente virtuale. Come è noto lei morì alle Mandriole presso Ravenna il 4 agosto 1849, dopo la fuga da Roma, nella quale combatté con i volontari e Garibaldi nella grande pagina del Risorgimento che fu la Repubblica Romana. Poco più di un mese dopo Garibaldi, in attesa di conoscere la meta del suo secondo esilio, soggiornò alcune settimane a La Maddalena, innamorandosi di quella Caprera ove poi stabilirà la sua residenza sino alla morte.

Se Anita fosse sopravvissuta, nella selvaggia Caprera avrebbe forse trovato una vita a lei consona, con i suoi figli e uno sposo rifattosi pescatore e agricoltore. I resti mortali di Anita non giunsero mai nel piccolo cimitero di Caprera, sia perché lo stesso Garibaldi li destinò nel 1859 a Nizza, vicino alla tomba della madre, sia nel 1932 per la netta opposizione della terza moglie di Garibaldi, Francesca Armosino e della figlia Clelia all’iniziativa di Ezio Garibaldi, figlio di Ricciotti. Ma forse Anita, a seguito di ciò, ebbe un maggiore e grandioso riconoscimento venendo seppellita nel superbo monumento equestre dello scultore Rutelli, a Roma, sul colle del Gianicolo, proprio nei luoghi che avevano visto le sue eroiche gesta negli ultimi mesi della Repubblica Romana.

I saluti finali della serata a Caprera sono stati portati da Antonello Tedde, Presidente della sezione locale dell’ANVRG, il quale ha consegnato ai relatori la medaglia coniata dall’Associazione per il   Bicentenario della nascita di Anita ed alcuni omaggi floreali e si è preso cura dell’accoglienza dei relatori in assenza, per ragioni di salute, della presidente nazionale Annita Garibaldi Jallet. L’evento costituisce un ulteriore tassello nei rapporti di collaborazione tra la nostra Associazione e il Compendio Garibaldino.